Animali Notturni
Perché non vederlo. Se cercate un cinema mosso, dinamico, in cui i ruoli e i contesti siano magari non realistici ma pulsanti, questo non è il film per voi. Perché tutto in Animali notturni è una funzione matematica che si incastra perfettamente in uno schema a orologeria. Questo è vero in molti film, ma il formalismo di Ford rende chiaro quanto questo cinema sia letteralmente composto: elegante e senza sbandamenti, ma anche frutto di una composizione talmente attenta da risultare soffocante. Anche se è una scelta funzionale alla storia, la caratterizzazione dei personaggi li rende stereotipi perfetti, ma comunque stereotipi. Per finire, il tono generale del film è disperato senza pianti, senza catarsi o redenzione, il che può risultare punitivo.
Animali notturni
Un indizio velato nonostante le nudità in bella mostra, oppure soltanto una suggestione straniante. I titoli di testa di Animali notturni sono sfacciati, spudorati, attraversati da una gioia di vivere che ha il sapore di una grande liberazione. Ci sono quattro donne nude che ballano. I loro corpi non rispettano affatto i canoni di bellezza tradizionali, quelli considerati aderenti al comune concetto di gradevole. Sono corpi grassi, obesi, sfibrati, segnati da smagliature, persino deformi. Eppure sui volti di queste quattro signore non c'è un briciolo di vergogna, anzi, i loro sguardi sono ammiccanti, la loro femminilità è fiera, i loro atteggiamenti sono pieni di carica erotica. Sembra quasi una vendetta nei confronti dei pregiudizi altrui, una ripicca grazie alla quale rivendicare se stessi e imporre la propria natura.
Sembra quasi di sfogliare un film e di vedere un libro. Come se letteratura e cinema si intrecciassero per due ore, mostrando il loro lato migliore nonostante tutta l'amarezza di un racconto atroce. Vent'anni dopo la loro separazione, Edward invia a Susan il suo romanzo in cui racconta la triste vicenda di Tony, padre di famiglia a cui tolgono ogni cosa in una notte di follia. Un gruppo di "animali notturni", guidato da un Aaron Taylor-Johnson inedito (le sue lunghe unghie sporche non si dimenticano facilmente), stupra e ammazza sua moglie e sua figlia, mentre il senso di colpa di essere sopravvissuto e di non aver fatto nulla per salvarle annienta un uomo incapace di proteggere la sua famiglia. Animali notturni è la storia di una storia nella storia, una matrioska di rimandi, parallelismi e ricordi indelebili. Così il divano sul quale Susan critica i primi lavori di Edward diventa lo stesso sul quale Tony ritrova i cadaveri dei suoi amori;
così l'automobile davanti alla quale Susan lascia Edward si trasforma in quella guidata dal trio di assassini descritto nel romanzo. La grandezza di Animali Notturni risiede nei labili confini in cui si muove l'elegante regia di Tom Ford, perché siamo certi che Edward abbia riversato nel romanzo tante schegge del suo dolore, ma è anche vero che le sequenze tratte dal romanzo vengono lette da Susan, quindi lo spettatore rilegge il romanzo attraverso i suoi occhi. Quello che vediamo è solo il frutto della scrittura di Edward o è inquinato dalla percezione di Susan? Non è forse il destino di ogni storia d'amore quella di essere la somma di due punti di vista, il semplice intreccio di due persone? Le chiamiamo "storie" proprio perché ogni amante conserva la sua versione delle cose, il proprio punto di vista viziato da rimozioni e sottolineature. E Animali notturni, intreccio indissolubile di un rapporto riletto da due punti di vista, è sontuoso nel restituire questa sfumatura "metanarrativa" di ogni rapporto d'amore naufragato in un lungo addio.
Se è vero che il dolore è il migliore degli inchiostri, Animali notturni assomiglia ad un enorme calamaio in cui intingere penne e pene d'amore. Tom Ford confeziona un film in cui la scrittura gioca un ruolo fondamentale per riuscire a superare l'abbandono e il tradimento, con un romanzo a fare da valvola di sfogo ma soprattutto inteso come mezzo necessario a sublimare il dolore trasformandolo in reazione. Il libro di Edward è pieno zeppo di personaggi simbolici e di frasi emblematiche, dal detective Bobby Andes, che rappresenta il suo desiderio latente di rispondere al male ricevuto, a sua moglie, che assomiglia tantissimo a Susan, passando per i tre assassini che incarnano le sue insicurezze. I tre animali notturni minano la virilità di Tony, accusandolo di essere un debole e incapace di difendere la sua famiglia. Edward tramuta i suoi traumi in capitoli, trasfigura eventi reali in racconti fittizi, ma attraversati da una violenza così autentica da sembrare più veri del vero. Animali notturni è una storia sul potere delle storie, e sulla loro capacità di colmare un vuoto. O di riaprire una ferita. Dipende sempre dal punto di vista.
Susan ha lasciato 19 anni prima il suo vero amore e primo marito, Edward, romantico e debole. Quando riceve le bozze di un libro dedicato a lei, scritto proprio da Edward, davanti ai suoi occhi le pagine del romanzo, che si chiama appunto Animali notturni, diventano un noir ambientato in Texas durante un viaggio notturno. Tutto si fa presto metafora di sentimenti non detti e ambiguità che Edward, che nel libro è Tony (ancora Gyllenhaal), un timido professore, si porterà dietro nella notte di violenza che subirà la sua famiglia quando incontrerà un gruppo di balordi assassini.
Il passaggio delle persone inoltre non differisce fra le foto-trappole presenti all'interno del Parco Naturale Adamello-Brenta e quelle poste al di fuori, dimostrando, come prevedibile, una potenziale pressione anche all'interno dell'area protetta". Nonostante questa frequentazione umana molto intensa, tuttavia, le specie studiate hanno mostrato tendenze di presenza stabili e in alcuni casi anche in crescita, un segnale rassicurante per la loro conservazione. Tutte le 8 specie considerate (orso, cervo, camoscio, capriolo, tasso, volpe, lepre e faina) hanno rivelato una chiara risposta comportamentale al disturbo provocato dal passaggio delle persone: nelle zone più frequentate diventano più notturne per diminuire la probabilità di incontrare persone e concentrano le loro attività di notte anche quando si trovano più vicino ai centri abitati. Non solo, le specie di maggiori dimensioni, come l'orso, il cervo e il camoscio, esibiscono anche una chiara tendenza a evitare di frequentare le zone in cui il passaggio umano e' più intenso. Anche questo può' essere considerato un segnale incoraggiante per la convivenza uomo-fauna selvatica. I risultati dello studio dimostrano quindi come gli animali selvatici mettano in atto tutte le strategie a loro disposizione per minimizzare le probabilità di incontro con le persone. Questi comportamenti non sono pero' "gratuiti" per gli animali, ma costituiscono un potenziale costo in termini di maggiori difficoltà di movimento, una regolazione non ottimale della temperatura corporea, l'utilizzo di aree meno produttive in termini di risorse alimentari. "In conclusione - afferma Francesco Rovero, docente di Ecologia dell'Università di Firenze e coordinatore dello studio - la tendenza a una maggiore notturnalità è una risposta comportamentale comune a molti mammiferi esposti alla presenza di grandi numeri di persone, come testimoniano anche diverse ricerche a livello internazionale. Se, da parte degli animali, l'impegno a evitare il contatto con gli esseri umani e' notevole, ora sta anche a noi umani fare attenzione adottando, ad esempio, alcune misure per limitare l'accesso ad alcune aree dei parchi naturali nei periodi dell'anno più delicati per la fauna, una strategia già ampiamente applicata in molte parti del mondo". 041b061a72